Pensione, assegno in due tempi: prima e dopo i 67 anni
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Direttore: Alessandro Plateroti

Pensione, assegno in due tempi: prima e dopo i 67 anni

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La pensione potrebbe essere distribuita in due momenti diversi, per evitare il ritorno della legge Fornero.

Attualmente, il governo è all’opera per trovare un punto d’incontro tra le risorse a disposizione dello Stato e le richieste dei sindacati. Si ipotizza l’assegno della pensione in due momenti diversi, prima e dopo i 67 anni. Si tratta della riforma pensioni voluta dal governo Draghi che verrà ultimata entro la fine dell’anno 2022.

I requisiti troppo rigidi della legge Fornero

La riforma, con quota 41 in scadenza, vuole evitare che dal primo gennaio 2023 si ritorni alla legge Fornero. Quest’ultima, offriva la possibilità di pensionamento secondo requisiti troppo rigidi, ovvero il raggiungimento dei 67 anni di età o a chi ha lavorato almeno 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne.

La riforma Draghi

La manovra prevede un pensionamento anticipato, grazie alla quale sarebbe possibile terminare il servizio lavorativo prima dell’età di 67 anni. La riforma di pensionamento in due tempi prevede due tipi di pensione: quella contributiva e quella retributiva. Quella contributiva, verrebbe erogata prima dei 67 anni. La seconda parte, la quota retributiva, verrebbe invece integrata al raggiungimento dei requisiti stabiliti per la pensione di vecchiaia.

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha descritto la pensione in due tempi come l’unica soluzione “davvero flessibile e finanziariamente compatibile nei costi rispetto alla platea”.

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Comunque, rimarrebbe un altro requisito oltre a quello dell’età. È necessario essere in possesso di almeno 20 anni di contributi versati allo Stato e aver maturato una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. In questo modo si potrà circoscrivere la platea di chi potrà usufruire di questa opzione ed evitare assegni bassi.

Con la riforma della pensione in due tempi la prima quota ad arrivare sarebbe quella sui contributi versati, calcolata con il sistema contributivo. La seconda quota invece, quella retributiva, arriverebbe nella seconda tranche, superati i 67 anni.

Una volta raggiunta la pensione, secondo i requisiti stabiliti, al lavoratore dovrebbe spettare l’assegno pieno. Quest’ultimo comprenderebbe la quota retributiva e quota contributiva. Secondo quanto ipotizzato fino ad ora, per accedere alla pensione in due tempi bisognerà aver compiuto 63 o 64 anni. Dopo quest’età si potrà scegliere eventualmente di lasciare il lavoro e di percepire la prima parte della pensione, per poi ricevere la pensione piena compiuti i 67 anni.

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ultimo aggiornamento: 10 Maggio 2022 10:59

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